Il Circolo Culturale Enfretors di Paluzza, nell’ intento di salvaguardare il patrimonio linguistico locale e di conservare i nomi originari dei luoghi, dei borghi, delle malghe e delle montagne presenti nel territorio del Comune di Paluzza, ha promosso l’edizione del libro “Toponomastica storica del Comune di Paluzza” scritto dal nostro socio e concittadino Giulio Del Bon, appassionato ricercatore storico e profondo cultore delle memorie della nostra Comunità.
Tale opera è frutto di un lavoro appassionato e legato fortemente alle radici del nostro paese e della sua storia e rappresenta un punto di riferimento autorevole non solo per Paluzza ma per tutta la Carnia.
Con puntigliosa precisione e con un impegno costante durato ben otto anni, l’ autore, volontariamente e senza alcun sussidio, ha saputo ricercare, individuare e dare un nome a tutti i luoghi del nostro paese, ricostruendone la storia con una mirabile sintesi; ha chiesto ai testimoni anziani compaesani ancora in vita come si chiamasse in origine e dove fosse quel tal posto, quella casa, quella maina, quel rio, quella malga, e, sulla base delle informazioni raccolte, ha poi verificato e approfondito tali informazioni con la consultazione dei vari archivi e dei documenti storici disponibili.
In tal modo sono stati “battezzati” con il nome originario ben 1279 toponimi di cui 174 Rii e Torrenti, oltre a 41 località Malghive, a 34 Opifici, a 58 Maines e Chiese, raggruppati in nove aree del territorio del Comune di Paluzza, visualizzate su carta topografica a scala 1: 25000.
Ne emerge un paese ricco di risorse naturali ma soprattutto ricco di acque che, se da un lato hanno plasmato il territorio e condizionato la presenza delle borgate, dall’ altro lato hanno consentito all’uomo di avviare importanti iniziative di sostegno economico, grazie allo sfruttamento dell’energia idraulica nei mulini, nelle fucine dei fabbri, nelle segherie.
Con la sua opera scritta, Giulio Del Bon ha evitato il rischio di perdere per sempre i nomi originari dei luoghi ed ha garantito a noi ed alle future generazioni la possibilità di imparare un patrimonio di conoscenze storiche che altrimenti sarebbe andato perso, e ciò è tanto più importante in considerazione della perdita della comunicazione orale sinora trasmessa dai nostri anziani e dai nostri antenati.
Nonostante la crescente importanza della Toponomastica per la conoscenza di un territorio, dobbiamo purtroppo costatare che la ricerca toponomastica è assente e per lo più carente su buona parte dei Comuni della Carnia, anche se tale territorio racchiude in sé un grande patrimonio di “tesori toponimici “.
Una situazione destinata ad aggravarsi a causa non solo del calo demografico e della naturale scomparsa degli anziani, ma anche in quanto le più recenti generazioni hanno perso ogni contatto con il territorio e, con ciò, ogni cognizione toponomastica, con tutto quello che consegue a livello culturale.
I toponimi sono quasi tutto quel che resta della nostra passata prevalente cultura contadina e tutto quel che resta del paesaggio che quella cultura aveva creato.
La Toponomastica è una testimonianza dell’uomo in un certo territorio, attraverso il tempo e, come tale, può dare un importante contributo alla ricostruzione dei paesaggi del passato, specie dove più intense sono state le trasformazioni indotte dall’abbandono dei territori montani e dallo sviluppo antropico moderno.
Poiché il patrimonio toponomastico costituisce un fertile terreno di ricerca per le discipline storiche, geografiche, ambientali, etnografiche e linguistiche sempre più richieste in ambito regionale, si ritiene che l’opera di Giulio Del Bon rappresenti una importante occasione sia per approfondire in futuro i contenuti etimologici dei luoghi elencati, sia per impostare la mappatura digitale di tutti i toponimi di Paluzza e della Carnia, realizzando così uno strumento informatico didattico a disposizione di tutti.
Il Presidente del Circolo Culturale Enfretors di Paluzza
Matteo De Cecco