Edito da: PAV Edizioni
Anno di pubblicazione: 2024
ISBN: 9791259737303
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Lo trovi presso: Libreria Il Fiammifero, Via Matteotti, 2 - Tolmezzo
Se non fosse dichiarato nella presentazione , nessuno potrebbe pensare che il romanzo “Cicatrici” di Stefania Morassi è un opera prima, un esordio nella carta stampata dopo qualche esperienza in watpad. Non è la prova di scrittura di una che si è scoperta casualmente una inclinazione alla scrittura, come un qualsiasi hobby, ma, evidentemente, la prova di una che, dopo aver scoperto questa inclinazione s’è impegnata a studiare su come esprimerla al meglio.
, Il romanzo mostra una grande dote naturale da scrittore, una capacità istintiva di scrittura, come capcità di coinvolgere il lettore nelle considerazioni che si vogliono trasmettere, nelle emozioni che si vogliono far provare. Allo stesso tempo dimostra una grande padronanza della tecnica costruttiva del romanzo.
Il risultato è uno di quei libri che se ti metti a leggere la sera finisci per passare la notte in bianco, avvinto dalla sapiente struttura del racconto, dall’uso intelligente della “suspense”.
Mi ricorda la struttura della tragedia greca con un prologo nel quale si presentano i due protagonisti: uno scrittore in crisi in Cornovaglia e una insegnante di inglese ad Albavilla di Como. Come nelle tragedie greche è il destino a farsi protagonista per unire due storie geograficamente così lontane, ma vicine sul piano umano perché, come si scrive nella quarta di copertina “Marc e Catherine hanno ferite profonde. Ma vi hanno reagito in maniera diversa, lui lasciandosi travolgere, le affrontandolo di petto. Ma quelle ferite non smetteranno mai di sanguinare e loro lo sanno”
Ferite che nel romanzo vengono a galla, pagina dopo pagina, sorpresa dopo sorpresa, a volte addirittura nella casualità di parole sentite dietro a una porta. Ma il bello è che queste ferite vengono a galla proprio scrivendo o riscrivendo a quattro mani un romanzo che per lui dovrebbe avere come titolo “Frammenti”, per lei “Cicatrici”. Frammenti “è un termine che indica una frattura insanabile, qualcosa che si è rotto e non può essere aggiustato”, mentre cicatrici sta a indicare che “qualunque cosa ti sia capitata troverà una soluzione”. Perché, come appunto nelle tragedie greche, e si scrive nel romanzo, “è il destino che quando sarà il momento svelerà ciò che ha in serbo per te”
“Entrambi avevano dei conti in sospeso con il proprio passato, entrambi in bilico tra ciò che erano stati e quello che ancora non sarebbero diventati” In questa frase mi pare si possa trovare la chiave di lettura del romanzo. E proprio in quell’”in bilico” l’originalità di una trama che di sorpresa in sorpresa porta alla prevedibile conclusione finale. Non prima di averti indotto a supporre d’aver sbagliato la previsione, (come se il destino ci avesse ripensato nel ripensamento della moglie di Marc), e quindi di renderti più emotivamente coinvolto nella scena finale, quando Catherine “ebbe l’impressione che il cuore le si fermasse”.
“La vita è per il dieci per cento cosa ti accade e per il novanta per cento come reagisce” la battuta di Charles R.Swindol viene riportata all’inizio quasi fosse una sorta di morale del racconto. Ma, a sorpresa, nel finale è lui, l’uomo dei frammenti che riesce a ricomporli e a reagire facendone una cicatrice, costringendo entrambi a trovare il coraggio della verità sul passato, condizione indispensabile per poterlo relegare nel piano dei ricordi, l’unico modo per poter riprendere a vivere e immaginarsi un futuro.