C’è chi dice che entro Natale sarà riaperta la nazionale.
C’è chi dice invece che la sfida contro il Pal Piccolo per come sono formate le sue rocce è persa in partenza e non si sa a quale Natale ci si debba riferire sempreché sia possibile riaprire in sicurezza la strada.
C’è chi dice sia il caso di riprendere il progetto del traforo. Una bella idea che va approfondita. Ma ci vuole del tempo per risolvere i problemi a monte. E se risolti vi vogliono anni per realizzare l’opera.
C’è chi dice sia meglio riNunciare all’idea del traforo, e decidere per una variante in sicurezza sul versante opposto al Pal Piccolo. Ma se anche si optasse per questa soluzione, ci vorranno degli anni prima di poterla inaugurare.
Ma nel frattempo!
Per contenere i danni all’economia sia della Carnia che della Carinzia, con costi contenuti e tempi di esecuzione limitati, perché non riattivare la vecchia strada romana che raggiunge il passo salendo dai Laghetti?
Con opportuni accorgimenti da Smart Road applicati a un impianto semaforico che garantista la transitabilità in sicurezza, nel frattempo potrebbe costituire l’alternativa alla nazionale.
E comunque potrebbe riprendere questa funzione nel caso in futuro si fosse costretti a nuova chiusure.
E comunque resterebbe come pista forestale per i boschi del Consorzio Boschi Carnici e Malga Collinetta.
E comunque farebbe da strada di cantiere nel caso si decida per la realizzazione dell’alternativa al traforo.
E comunque, realizzata d’intesa con la Soprintendenza archeologica, costituirebbe un modo di valorizzazione culturale della antica via Claudia da Iulium Carnicum a Loncium.
E comunque quando non dovesse più servire come alternativa resterebbe come impianto turistico: una interessante ciclovia per e-bike.
E comunque, per quanto s’è detto,
sarebbero tutt’altro che soldi sprercati!!!!!!.